Il discorso delle coincidenze è una cosa "spiegabile" in termini spirituali, ti consiglio se non lo hai fatto di leggerti la profezia di celestino, che è un libro che ha avuto un gran successo quindici anni fa circa e poi è caduto nel dimenticatoio. Dal punto di vista della Teosofia la "coincidenza" non esiste, quello che avviene è spiegabile un po attraverso la Legge di Attrazione ( non quella che comunemente si intende, dovresti leggerti la Bailey per capirla più a fondo ) ed un po per il fenomeno della materializzazione dello spirito, o per meglio dire del pensiero ad opera degli elementali. Invece per quanto riguarda i segni il discorso si fa più complesso, perchè qua a mio avviso entriamo in un ambito prettamente sciamanico. A me castaneda non piace per nulla, però ha detto una cosa sicuramente giusta sui segni. Ovvero che sono la comprensione dell'uomo della volontà tramite l'intento, intento che è l'unione tra fede ed intelletto. In realtà il "segno" non esiste, è l'uomo che coglie la Volontà perchè ha sviluppato la capacità di percipirla attraverso l'intento. Però l'intento non deve essere considerato "attivo", nel senso comune del genere ovvero io ho intenzione di fare una cosa, ma passivo ovvero io riesco a cogliere osservando la realtà, osservando una goccia di pioggia, un nuvola nel cielo, un granello di sabbia, la Volontà Divina che scopro essere anche la mia volontà e successivamente mi comporto ed agisco. Il segno quindi, che può essere colto in qualunque cosa, è passivamente recepito da alcune persone che lo vedono come una spinta ad agire in una certa direzione anche se è una spinta che non obbliga ad agire. Per vedere i segni bisogna aver sviluppato quello che viene detto intento, che ho chiamato come l'unione tra intelletto e fede. Ovvero è quel qualcosa che va oltre la ragione ed oltre la fede, difficile da descrivere, forse ritorna ancora il discorso fatto in altri thread di stato di "non mente" necessario, ma non è soltanto quello. Per fare un esempio mi viene in mente quello che mi ha detto una mia amica, senza sapere di cosa parlava mi ha descritto bene l'intento. Lei andava a lavoro ed improvvisamente si rende conto che ha sbagliato strada, facendo un giro più lungo. Ha "sentito" che doveva fare quella strada, che è stata portata a farla da se stessa. E mi disse poi "Non so cosa mi sarebbe successo se prendevo la strada normale, magari facevo un incidente e morivo oppure non succedeva nulla, ma sapevo che quella era la scelta giusta e lo ho capito quando mi sono resa conto di aver sbagliato."
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