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Ma rimanendo con i piedi per terra, il fatto che le particelle subatomiche siano aspetti di una unica entità non significa che le particelle e gli agglormerati di particelle poi lo siano.
Anche se a livello subnucleare esiste un qualcosa che collega tutto a tutto non è detto che ciò che è costruito con quei "mattoncini" ( oppure volendo essere molto fantasy con quel flusso di energia dell'esistenza ) sia poi una cosa unica. Cioè esistono prove lampanti che a livello macroscopico non siamo un ologramma, basta che ti tagli una mano e la mano in piccolo non assumerà la forma del corpo intero come dovrebbe avvenire se sei un ologramma. Se ti dò un pugno nella faccia,ad una persona a 200km di distanza non gli spunterà l'occhio nero. La diversità e la località macroscopica mi sembra che facciano decisamente a pugno con il fatto che macroscopicamente l'universo sia olografico. Bohm vuole dire che a livello subatomico le variabili delle equazioni che descrivono il moto particellare non sono esplicitate, ovvero i famosi autovalori delle equazioni di schroedinger che descrivono a livello quantistico l'atomo e danno origine poi alla differenziazione di caratteristica tra particelle ( come spin, massa, carica ) sono a loro volta espressione di una serie di variabili nascoste che non possono essere misurate ne osservate direttamente. Da qua il concetto di universo olografico, ovvero che le particelle sono prodotte da variabili che non si possono misurare ( quindi ciò che si può osservare è una illusione ). Ma traslare questo concetto passando dal micro cosmo al macro cosmo è la solita baggianata new age, perchè è come dire che dato che sappiamo che l'elettrone è delocalizzato allora non possiamo dire la posizione esatta della luna rispetto alla terra. Mi pare che determinati concetti che valgono nel microscopico cadano a livello macroscopico. A maggior ragione i concetti che valgono per particelle subatomiche. Detto questo ho letto due altre cazzate in quell'articolo, la prima è riguardo i 10 miliardi di informazione nel cervello che sarebbero, se l'informatica non è una opinione ( e spesso lo è ), 10 giga byte. Quindi ormai con 30 euro posso mettere il contenuto informativo di un cervello in una chiavetta usb. Poi dopo aver detto questa cosa passa al discorso di come olograficamente viene memorizzata una informazione e che è simile al modo in cui è stipata nel cervello. Il concetto che esprime è tutto sbagliato, quello che si sa con certezza è come le reti neuronali stipano l'informazione e detta in termini molto veloci non fanno altro che campionare il mondo esterno in una forma pluridimensionale. Ora faccio un esempio che spero non venga frainteso. Se immaginiamo di avere una stanza che occupa uno spazio ed un tempo, una rete neurale piega il contenuto informativo della stanza in un mondo a più dimensioni ed il numero di dimensioni deriva dalle connessioni con gli altri neuroni. Questo spiega come in poco spazio si può ottenere una grande capacità informativa, perchè è come se la stanza fosse stata copiata e ripiegata ed adattata in un mondo a più dimensioni che occupa quindi molto meno spazio rispetto a prima. Inoltre questo modo di stipare le informazioni implica che l'accesso ai dati sia lento perchè per prendere ad esempio il concetto di sedia dalla stanza dobbiamo andare nella stanza virtuale fino alla sedia e questo richiede tempo. Infatti quando dice che il cervello ha una grande velocità di accesso relativamente ai suoi dati stipati dice una cosa falsa, il cervello, visto come dispositivo di memorizzazione, è lentissimo. Infatti se io vi chiedo cosa avete mangiato 3 mesi e due giorni fa non mi sapete rispondere o per farlo dovete impiegare almeno 30 minuti cercando di scavare tra i ricordi. Una macchina quello stesso dato con la tecnologia attuale me lo darebbe in pochi millisecondi. La differenza sostanziale è che i dati nel cervello non sono solo informazioni, ma sono "attivi". Ad esempio se io guardo una faccia, quella faccia creerà nelle mie reti neurali un mondo pluridimensionale dove l'ingresso sensoriale del viso rappresenta un minimo assoluto. Se in ingresso entra la stessa faccia ma con i baffi, quei dati sensoriali porteranno sempre allo stesso minimo anche se erano diversi dai precedenti perchè il mondo interno è fatto come copia di quello esterno ( quindi in quello interno esiste anche una versione del tizio con i baffi anche se non lo ho mai visto ). Invece un dispositivo di memorizzazione classico non potrebbe fare questo. |